Oggi la mia città, Brindisi, è stata scossa da una orrenda strage. Una ragazza di 16 anni è stata dilaniata, insieme ad altri ragazzi che adesso combattono contro la morte, da bombe fatte esplodere davanti il cancello d’ingresso della scuola superiore Morvillo- Falcone. Un delitto atroce, terribile.
Mai, nella storia di questo paese, era stata colpita una scuola. Mai erano stati uccisi dei ragazzini, in questo barbaro modo, nel luogo della cultura, della costruzione del futuro, della speranza, della crescita.
Questa infame tragedia grida vendetta. Ma la vendetta va costruita ritessendo le fila di una società divisa, strappata da una crisi sociale ed economica la cui matrice è nell’incapacità della politica di mediare i conflitti, di dare l’esempio con atti virtuosi, di ascoltare i bisogni delle persone, di fare scelte per il bene collettivo e non per tutelare interessi, capitali e vizi privati.
L’haiku che avevo pubblicato ieri aveva ragioni e finalità diverse, interiori. E invece letto oggi appare come una preveggenza. Mi vergogno di questo, anche se non ne ho colpa. Lo lascio postato e lo dedico a Melissa. Perché il presente di quella ragazza era l’amore. E lo sarebbe stato anche il futuro se qualche bastardo non l’avesse reciso.
Ora tocca a noi lavorare per trovare chi ha compiuto un gesto così assurdo. Ora tocca a noi riprendere le redini di Brindisi. Ora tocca a noi reagire con fermezza, senza paura, e con l’esempio nella quotidianità. Per i nostri figli.
Ora tocca a noi rimboccarci le maniche. E abbassarle quando avremo finito.
Uno degli aspetti terribili di queste tragedie è che ci si sente in colpa anche da innocenti. Ci si sente in colpa perché non si capiscono le ragioni di tutto questo, perché si è lontani dalla propria città e la si è abbandonata per banali questioni di lavoro.
Non basta essere innocenti per essere assolti.