E’ l’ora del tramonto. E’ quel momento della giornata in cui il vento scatena la sua furia per poi trattenere il respiro quando il sole scollina l’orizzonte. E’ il respiro che rallenta mentre i colore del cielo inizia a saturarsi e poi scurire cangiando da azzurro a blu cobalto ad un nero spesso. Intorno al sole il giallo diventa arancio, pesca, viola, blu. Al centro il fuoco si condensa, si trasforma in una gelatina rossastra, gli occhi finalmente lo possono guardare attratti e incuriositi.
Oggi il vento non si quieta, anzi stranamente rafforza la sua furia. E’ la compensazione della rassegnazione interiore. Il tramonto è il momento della riflessione. Ci si ferma in un bar, piccolo e spoglio, di fronte al porto. Ci si siede e si ordina una birra ghiacciata. No, grazie, non mangio nulla. Sul tavolino compare un piattino con qualche arachide troppo salata e un mucchietto di patatine. Ma l’attenzione è sul boccale di birra, sulla brina che intorpidisce il liquido giallo, la schiuma fino al bordo. Si alza il boccale e si guarda il sole attraverso quella patina di gelo. Si appanna il calore, lo si raffredda nella visione.
Si brinda alla fine della giornata. E’ il momento della resa dei conti. Il momento delle somme e delle sottrazioni. Si riflette, ci si appiglia, si agganciano le giustificazioni. Ma il sole scende, inesorabile. Non c’è il tempo per dirsi le bugie. C’è solo il tempo della verità. E la rassegnazione risale veloce dallo stomaco, si fa largo nell’acido, si espande su per l’esofago e arriva al cervello, allaga i pensieri, anche quelli più nascosti. Ed è come se in una notte buia, senza luna, smarriti nel bosco all’improvviso un fulmine squarcia il buio. E di fronte a sé si vede, mentre il magone stringe la gola, il sentiero che si è cercato vanamente per ore. Era lì, di fronte. Ed è solo il colpo di luce di un fulmine casuale che lo mostra, giusto per un attimo. Ma è quel momento che salva la vita.
I pensieri del tramonto sono come quel fulmine. La rassegnazione è quel sentiero illuminato. E’ l’amata constatazione che una giornata è passata, che il proprio tempo è stato usato male, al servizio di un errore, di una scelta comoda, di una parola sbagliata, di un risata negata, di uno sguardo evitato, di un sorriso bloccato. Il tempo è una risorsa speciale, una fortuna irripetibile, un attimo sfuggente. La rassegnazione è l’arrendersi alle debolezze.
Il sole è ormai sceso, sta per varcare la soglia della notte che avanza per portare il silenzio, la pace, la riflessione, per ammorbidire la bruttezza tingendola di arancio.
Il vento si è placato. L’aria è ferma. Il pensiero rallenta, come il respiro. Il bicchiere è vuoto, resta solo qualche bolla bianca, un residuo della schiuma ormai calda. Prendo un mucchietto di patatine, le porto alla bocca e il sale mi pizzica le mucose. Il porto è immerso nel nero, le luci nelle case si accendono. E’ il tempo della misericordia. Saluto e me ne vado.