Un mucchio di carte

La vita è come un mucchio di carte.

Sono lì, su una scrivania.

Sono tante e sono accatastate.

Una sull’altra.

Dentro, forse, ci potrebbe essere qualcosa di importante.

Forse.

Di utile.

Forse.

Ma lì, in mezzo, non le troverà nessuno.

Solo la polvere.

La casa è chiusa. Le imposte accostate. Un filo di luce, dritto e verticale illumina uno spicchio di muro grigio, scrostato dall’umido negli angoli.

La polvere galleggia dorata sulla linea di luce, scivola insonnolita verso il basso e osserva distratta la stanza. Il silenzio ovattato è segnato dai rumori solitari dell’esterno: un ramo di pino che stride sotto il vento, lo stormire delle foglie, il cinguettio di un passerotto, le grida delle rondini che giocano, volando basse. Una porta che si chiude da qualche parte, la voce di una giovane donna che parla al telefono su un balcone, chissà dove.

C’è vita fuori da quella stanza. Una vita tranquilla, fatta di gesti quotidiani, solitari o collettivi.

Nella stanza la vita è in quel mucchio di carte, accatastate senza un ordine.

Lì dentro c’è tutto. C’è una storia. Ci sono tante passioni, C’è il vuoto. C’è la depressione. C’è la vita e la morte. Ci sono cumuli di parole.

Morte.

La porta si apre. Due uomini in tuta da lavoro si affacciano. Entrano. Aprono la finestra. La luce entra, violenta, sprezzante. La polvere si agita e i granelli scappano da tutte le parti, spaventati.

Gli uomini si guardano; uno sguardo veloce, annoiato. Uno sbuffa e si gratta la testa, sollevando leggermente la visiera del cappello.

L’altro prende un bustone di plastica nera e spessa, lo batte verso l’aria. La polvere vola via. Poi lo apre con tutte le due le mani.

L’uomo va verso la scrivania. Alza il viso con uno sguardo interrogativo verso il compagno.

L’altro annuisce senza una parola.

Le carte sono afferrate tutte, con un gesto secco, esperto. Alcuni fogli si accartocciano, uno si strappa dolorosamente.

Tutti finiscono in fondo al bustone di plastica nera.

Saranno buttate in un cassonetto della spazzatura. Indifferenziata. Non sarà nemmeno carta da riciclare.

La vita è come un mucchio di carte.

Sono lì, su una scrivania.

Sono tante e sono accatastate.

Una sull’altra.

Dentro, forse, ci potrebbe essere qualcosa di importante.

Forse.

Di utile.

Forse.

Ma lì, in mezzo, non le troverà nessuno.

Un giorno saranno gettate e non ce ne sarà più memoria.

Questa voce è stata pubblicata in Racconti, Sottrazione. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.