Sono affascinato dalla scrittura essenziale. Quel modo di scrivere le cose per come sono, semplicemente raccontandole, senza inutili orpelli e aggiunte. Quell’insieme di poche parole, di frasi brevi che mostrano le cose, i colori, raccontano i profumi, le atmosfere. Nude, pure, crude. Senza lunghe cotture, senza arrotolarsi nel mostrare più di quello che è. Come un sospiro, che inizia lento, inspira piano l’aria per poi gonfiare i polmoni con uno scatto improvviso, potente, finale. E poi scivolare inesorabile verso la fine, buttando fuori di sé tutte le scorie e liberando la potenza ma dosando le forze, in modo consapevole, finito.
Sono affascinato dalla semplicità, quel mettere uno strato sopra l’altro così come è la vita. Un insieme di linee rette o di parabole, di momenti, che si susseguono secchi, diretti, inevitabili e a loro modo infiniti. Come lo spazio che ci circonda di cui non conosciamo la fine ma che sentiamo il bisogno netto di rendere semplice.