La nave e la luna

La mia nave è ancorata ad un gruppo di villette. Il mio balcone le sovrasta. Lo sguardo si alza sul cielo limpido e azzurro, il mio viso screpolato è bagnato dal sole, in fondo a destra si erge la testa del Monumento al Marinaio.

Di sottofondo si alza il ronzio dei vari Bimby con cui si stanno impastando pasta per il pane destinato ai bambini per il pranzo, tentativi di casatiello, sughi carichi di aromi. In fondo un abbaiare indeciso di qualche cane stufo di restare chiuso dentro casa. Il vento batte le cime delle palme e le palle di alluminio sulle cime dei camini vorticano instancabili.

Sono 31 giorni che siamo chiusi dentro casa. Sono 31 giorni di arresti domiciliari. Ma non abbiamo commesso nessun reato. Un piccolo, minuscolo, essere ci sta attaccando, alimentandosi con le nostre cellule e ci sta lentamente massacrando. In tre mesi sta divorando le persone più anziane e quelle più deboli, sta cancellando la memoria del pianeta. Mezza umanità è chiusa dentro casa, l’altra metà non può perché semplicemente una casa non ce l’ha.

La tecnologia ci sta aiutando a guardare film, a connetterci con le persone in piccole finestre dentro loscermo di uno smartphone, di un tablet, di un computer. Mentre chi non ce l’ha si affida ai ricordi e alla speranza che arrivi il giorno in cui, finalmente, ci si potrà rivedere sia pure a distanza.

Già la tecnologia. Quella che ci aveva resi immortali, superiori al mondo animale. Quella che nulla può contro questo piccolo essere. E’ un virus e al momento non abbiamo ancora un antivirus che difenda l’uomo da questa reazione, o rivoluzione?, della natura.

In questi giorni si cercano le ragioni, si tenta di comprendere come sia potuto accadere. Ci si scervella mentre l’evidenza è lì, di fronte ai nostri occhi ma non riusciamo a vederla, facciamo finta di non comprenderla. I ghiacciai si stanno sciogliendo, blocchi di ghiaccio si staccano dal Perito Moreno e gonfiano l’acqua azzurra della Terra del Fuoco. Nell’Antartide la temperatura è arrivata poco sotto i venti gradi e i pinguini vagano confusi e sudati sulla terra arida in cui il ghiaccio e i residui di neve si sono ormai sciolti e il pietrisco bianco sporco per la prima volta vede la luce del sole caldo.

Il virus si alimenta nell’inquinamento atmosferico, si diffonde rapidamente nell grandi città: Wuhan, Milano, Parigi, Londra, New York. Si è trasmesso per la prima volta da un animale selvatico all’uomo nel pieno centro di una di queste metropoli, in uno di quei mercati in cui gli animali selvatici sono rinchiusi dentro gabbie asfissianti. La tortura, l’abominio, la cancellazione della logica, del buon senso, hanno avviato questa pandemia da cui non sappiamo come difenderci. Alla faccia dell’asettico mondo della ricerca, del freddo e superiore mondo della tecnologia occidentale e orientale. Oggi tutti a discettare di riprendere a produrre, a riaprire l’economia, a riprendere a vivere come prima. Mentre invece dovremmo ritornare alle radici: al rispetto della natura, alla cancellazione di un modo di vivere, di produrre, di distruggere l’ambiente e chi ne fa parte.

La fase 2 è tornare a fare le passeggiate dentro gli ipermercati, a riempire i carrelli di cose inutili, a girare in tondo con le macchine e riempire di gas di scarico l’aria che ci cironda.

Fate una cosa: la sera, quando tutto si fa silenzio assoluto, affacciatevi alle finestre, uscite sui balconi e alzate lo sguardo verso il cielo. Vedrete qualcosa che vi riempirà di gioia e di meraviglia. Vedrete milioni di stelle come non le avete mai viste. Vedrete alcuni pianeti del sistema solare come luci pulsanti di un bianco immacolato che vira verso il rosso e poi il blu. Vedrete la bellezza dell’Universo ad occhio nudo. Quella bellezza c’è sempre stata e ci sarà sempre oltre questa piccola palla di roccia in cui viviamo. Quella bellezza resterà lì anche quando la copriremo di nuovo con i nostri scarichi industriali, con la nostra sete di ricchezza effimera, che tanto finirà nelle tasche di pochi sfruttando il lavoro e la vita dei tanti. Velarla di un alone rossastro, di polvere mefitica e puzzolente di zolfo la farà solo sparire ai nostri occhi e nulla di più. E mentre noi ci perderemo la bellezza, discutendo di fase 2 e poi 3, di app per il tracciamento delle persone, di rispetto della privacy mentre si cancella il rispetto della dignità delle persone, un piccolo essere continuerà a girare indisturbato e in clandestinità. Morto uno se ne farà un altro. L’Universo, lì fuori sta solo aspettando con un ghigno di tristezza disegnato sul volto della luna.

Buona Pasqua.

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