Già noto alle forze dell’ordine

Un libro molto duro. E’ il primo che abbia mai letto di questa autrice francese, definita l’anti-Vargas. E’ un libro sociale, molto aderente alla realtà e che non lascia spazio ad alcuna speranza. La storia è realistica, violenta e disegna uno sguardo crudo su quella che è l’involuzione della società francese, come lo è in generale tutta quella europea, che è diventata razzista, spietata, intollerante verso qualsiasi forma di diversità.Ma la scrittura non mi ha convinto così come la storia non ha una sua logica narrativa. E’ una presa di posizione rispetto a fenomeni ormai, purtroppo, quotidiani. Ma non ha una conclusione vera. E’ un’amara presa d’atto dell’impossibilità di trovare un lieto fine in una società corrotta e violenta in cui le forze dell’ordine sono organiche ad un potere miope e senza prospettiva. La Manotti ci racconta una società di mediocri in cui i “buoni” soccombono senza speranza. Lo sappiamo molto bene che è così. Che bisogno c’è di averne la conferma anche nella letteratura? Non è una domanda retorica, me lo chiedo sinceramente e non ho una risposta. Quantomeno credibile.

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